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Controfinanziaria / Nel 2022 boom di spese militari

Superato il muro dei 25 miliardi nel budget per la Difesa con un aumento del 3,4% rispetto al 2021 e un balzo di quasi il 20% in 3 anni. Un miliardo in più per l’acquisto di nuovi armamenti: 8,27 miliardi complessivi (record storico).

Anche per il bilancio previsionale dello Stato per il 2022 continua la robusta crescita del budget per il ministero della Difesa e della spesa militare complessiva. Le discussioni sui fondi in discussione in Parlamento non intervengono dunque su decisioni di spesa derivanti dal passato (in particolare dai fondi pluriennali di investimento, destinati in grande misura alla Difesa) che mettono a disposizione del comparto militare circa 850 milioni di euro in più.

L’aumento per l’anno 2022 ancora una volta netto e rilevante viene trainato dal bilancio proprio del ministero della Difesa che sfiora complessivamente i 26 miliardi di euro (25.935 milioni per la precisione) con una crescita di 1.352 milioni di euro (+5,4% rispetto al 2021). Ancora più del solito si tratta, come già accennato, di un aumento derivante da decisioni prese in passato: già il bilancio a legislazione vigente prevedeva per il ministero della Difesa un totale complessivo di 25.904 milioni dunque solamente ritoccato per circa 31 milioni dalle decisioni in discussione in manovra (Sezione I della Legge di Bilancio).

Le voci interne del Bilancio della Difesa vedono aumenti tra i 150 e i 200 milioni di euro per Marina Militare e Carabinieri, una flessione di 90 milioni per l’Aeronautica Militare e una sostanziale conferma del budget per l’Esercito. Ben più robusto l’aumento di stanziamento per i capitoli complessivamente afferenti a Stato Maggiore e Segretariato generale della Difesa (insieme agli uffici politici e di bilancio): circa un miliardo e duecento milioni di euro in crescita determinati soprattutto, come vedremo, da stanziamenti per il procurement di nuovi sistemi d’armamento.

Come da sempre sottolineiamo, l’importo totale del Bilancio della Difesa è solo il punto di partenza per valutare la spesa militare italiana complessiva, che deve registrare in più cifre iscritte presso altri ministeri (principalmente il fondo per le Missioni militari all’estero che viene istituito presso il ministero dell’Economia e delle Finanze e i fondi che il ministero per lo Sviluppo Economico mette a disposizione per acquisizione e sviluppo di sistemi d’arma) e deve invece vedere sottratta per coerenza di destinazione e tipologia di utilizzo la grande maggioranza del bilancio dell’Arma dei Carabinieri (per lo specifico ruolo che gioca tale struttura, in particolare la parte forestale) che viene considerata solo per la componente legata alle missioni all’estero.
La nuova metodologia dell’Osservatorio Mil€x sulla spesa militare, aggiornata e migliorata nel 2021, prevede inoltre altre considerazioni (quota parte costo basi USA, ammortamenti mutui su spesa armamenti MISE, impatto delle pensioni militari) portando ad una valutazione tendenziale della spesa militare complessiva “diretta” per il 2022 di circa 25,82 miliardi di euro (che diventano 26,49 miliardi con ulteriori costi indiretti). Ciò significa un aumento di 849 milioni rispetto alle medesime valutazioni effettuate sul 2021 con una crescita percentuale del 3,4% rispetto all’anno precedente e di addirittura dell’11,7% sul 2020 e del 19,6% sul 2019.

Il quadro sinottico delle voci principali che compongono la spesa militare previsionale italiana per il 2022 è il seguente:

Come è evidente dalle voci principali, ancora una volta siamo di fronte ad un aumento legato in particolare a nuovi investimenti in sistemi d’arma con fondi che oltretutto vengono sempre più messi direttamente a disposizione della Difesa, mentre si riduce la quota parte destinata ad investimenti militari sul bilancio del ministero dello Sviluppo Economico.

Come ogni anno i dati sono raggruppati in macro voci e non forniscono alcun dettaglio su quali siano i sistemi d’armamento che verranno acquisiti (come invece viene poi fatto nel Documento Programmatico Pluriennale del ministero della Difesa) ma la destinazione è chiara: sui capitoli specificamente legati all’investimento troviamo poco oltre i 5,39 miliardi di euro (in crescita di ben 1,3 miliardi) allocati nel Bilancio del ministero della Difesa e 2,89 miliardi complessivi (- 350 milioni rispetto allo scorso anno) in quello del ministero per lo Sviluppo Economico, che comprendono tra gli altri fondi anche 105 milioni per gli interessi sui mutui accesi dallo Stato per conferire in anticipo alle aziende le cifre stanziate per specifici progetti d’arma pluriennale. Ciò porta dunque ad un nuovo record di fondi destinati all’acquisto di nuove armi che arrivano ad un totale di 8,27 miliardi, superiore di un miliardo (+13,8%) alla cifra complessiva del 2021 (che a sua volta costituiva un massimo storico) e con un salto del 73,6% negli ultimi tre anni (+3,512 miliardi rispetto ai 4,767 miliardi del 2019).

Questo ultimo dato è conseguente alla quantità senza precedenti di nuovi programmi di riarmo che il ministero della Difesa sta sottoponendo al Parlamento a ritmo serrato e che quindi saranno avviati il prossimo anno.

Il trascinamento verso l’alto delle spese militari è dunque determinato dall’acquisto di nuove armi con un effetto sempre più marcato dei fondi pluriennali di investimento definiti con tempistica precedente all’impatto della pandemia (e quindi nemmeno debitori dei soldi derivanti dal PNRR) ma non toccati in alcun modo dal Governo negli ultimi due Bilanci dello Stato.